mercoledì 2 novembre 2011

Uno Strudel per Taste&Match

Evidentemente mi ci è voluto qualche giorno per riprendermi e metabolizzare la bellissima serata, oltre che per recuperare la foto del piatto:-) , per la quale devo ringraziare Fernando
La prima edizione di Taste&Match è stata davvero emozionante per me, neofita in eventi del genere. Va da sè che per sentirmi pronta per un'occasione come questa ho passato una settimana a fare prove di paste da strudel, vari tipi di farcia, salse... e questo ha fatto sì che mi sia decisamente tolta lo sghiribizzo per il momento di fare strudel salati!
Ed ecco allora la ricetta definitiva
Strudel di verza patate e salsiccia con salsa alle mele e riduzione di aceto balsamico
( per 2 strudel da circa 10 fettine l'uno)

Pasta:
250 g di farina 00
1 uovo
1 pz di sale
1/2 cuc. di zucchero
1/2 bic. d'acqua tiepida
50g di burro

Ripieno:
1 kg di verza
1 cipolla piccola
3 salsicce di prosciutto
400 g di patate
sale, pepe, olio evo
semi di zucca
Pangrattato
Burro

Salsa di mele:
500g di mele renette
1/2 limone
5 grani di ginepro
1 cucc. di zucchero
1 pz sale
30g di burro
1 cuc. di aceto di vino

Riduzione di aceto balsamico:
200g di aceto balsamico
100g di porto
1 cuc.no foglie di timo
1 cuc. di zucchero
1 cuc. di miele

Io partirei dalla riduzione di aceto balsamico: riunite tutti gli ingredienti in una pentola e riducete sul fuoco fino ad ottenere una consistenza sciropposa. Occhio che se mandate troppo avanti la cottura la riduzione ci mette molto poco a prendere d'amaro. Lasciate raffreddare e tenete da parte. Si conserva per un tempo indefinito in dispensa!
Per la salsa di mele: tagliate le mele a fettine, bagnatele con il succo di limone per non farle annerire e mettetele in una pentola insieme ad un pezzetto di scorza di limone e le bacche di ginepro. Io per praticità ho messo gli odori nella pallina che si usa per fare il thè e ci ho messo un attimo a levarli. Aggiungere un goccio d'acqua e cuocere una decina di minuti: il tempo di far ammoridire le mele e assorbire l'acqua. Togliete dal fuoco, eliminate scorza e ginepro, unite lo zucchero e frullate velocemente con il minipimer. Rimettete sul fuoco, unite burro e aceto e fate addensare qualche minuto.
Tritate la cipolla e mettetela ad appassire con un goccio d'olio in un tegame. Unite la verza tagliata a striscioline e stufate piano piano con l'aiuto di qualche mestolo d'acqua all'occorrenza. Salate e lasciate raffreddare.
Pelate le patate, tagliatele a cubetti piuttosto piccoli e scottatele qualche minuto in acqua bollente salata, lasciandole al dente.
Per la pasta scaldare in un pentolino il burro insieme all'acqua, in modo da sciogliere il burro ma non scaldare troppo l'acqua. Setacciate la farina, iniziate ad impastare con l'uovo, lo zucchero e il sale e completate con acqua e burro. Impastate per bene e sbattete forte sulla spianatoia in modo da sviluppare il glutine. Nel frattempo mettete a scaldare una pentola con un goccio d'acqua sul fuoco, svuotatela e mettetela capovolta a coprire la palla di pasta, questo renderà la pasta molto elastica e sarà così possibile stenderla molto sottile. Lasciate riposare in questo modo una mezz'oretta.
Dividete la pasta in due panetti e iniziate a stendete il primo con il mattarello su un canovaccio ben infarinato il più sottile possibile, poi fate passare le mani infarinate sotto la pasta in modo tale da tenerla sul dorso e continuate a tirare la pasta in questo modo fino a che non potrete vedere in trasparenza la trama del canovaccio (o San Pietro, come dice la nonna).
Spellate le salsicce ed unitele alla verza e alle patate. Amalgamate per bene e condite con sale e pepe.
Spennellate la pasta di burro fuso e spolverizzate di pangrattato. Distribuite il ripieno del vostro strudel tutto da un lato della pasta, sul lato corto, considerando che la forma che darete al ripieno sarà più o meno quella effettiva dello strudel. Distribuite un po' di semi di zucca e arrotolate in modo da avere un doppio strato. Spennellate di burro fuso e infornate in forno caldo a 180° per circa 45 minuti. Se serve date una colorata con il grill.
Servite lo strudel (anche freddo) con la salsa di mele e la riduzione.
Ho scelto questo piatto come abbinamento allo spumante Rosè brut Conti di Buscareto.
E per concludere ecco la foto del cast, pardon, dello staff della serata: un gruppo davvero ben assortito con cui è stato piacevolissimo lavorare! Al prossimo evento, grazie a tutti!!!
(e ancora grazie a Fernando per le foto, oltre che per la serata!)


martedì 25 ottobre 2011

Un rientro con il botto!

Eh sì, eccomi quì! Forse qualcuno avrà pensato che ormai non sarei più tornata a scrivere su questo blog, ma oggi ho un'occasione veramente speciale che rende necessario togliere qualche ragnatela da queste parti!


Domenica prossima, il 30, ci sarà la prima edizione di "Taste&Match", evento organizzato da Nadia e Winexplorer presso Mind Cibo per la mente ( Via Federico Nansen, 62. Vicino Piramide).
All'insegna dell'abbinamento cibo-vino la serata si svolgerà così: 8 foodblogger-8 piatti-8 vini da condividere con 100 ospiti che godranno di tutto questo, oltre che della presentazione di due "nuovi nati" dell'Azienda Conti di Buscareto.
Ora le blogger coinvolte:


Sono veramente felice e grata per essere stata selezionata per questa serata, in pratica per essermi vista recapitare dritta in braccio un'occasione come questa.
Spero di vedervi tutti al Mind per gustarci insieme questa serata! Ma spicciatevi: i posti sono solo 100 e domenica si avvicina!
Per le prenotazioni potete passare per Winexplorer o prenotando direttamente al Mind: Tel. 06 88654512.
A domenica allora!


giovedì 3 marzo 2011

Acquerello alla carbonara e tartufo nero

E' un po' di tempo che girando qua e là per la rete continuavano ad apparirmi davanti varie versioni della carbonara declinata in forma di risotto. L'idea mi ha conquistata e finalmente è così arrivata l'occasione per utilizzare quel meraviglioso barattolino di riso tanto speciale comprato al Salone del Gusto di Torino.
Se già non conoscete questo riso vi consiglio caldamente di provarlo: ha una tenuta di cottura eccezionale e, lo speciale trattamento cui è sottoposto, gli rende tutti i nutrienti che, con il normale procedimento, perde con la perdita della gemma.

Acquerello alla carbonara e tartufo nero

250g di Riso Acquerello
1 scalogno
1 uovo e 1 tuorlo
50 g di pecorino romano
20 g di parmigiano
Brodo vegetale
sale
pepe
1 piccolo tartufo nero
2 fette di pancetta arrotolata
olio, burro

Tritate lo scalogno e mettetelo a stufare in una casseruola con olio e burro. Unite il riso e tostatelo per qualche minuto. Bagnate con il brodo vegetale e portate a termine la cottura. Nel frattempo sbattete le uova in una ciotolina insieme ai formaggi e rosolate la pancetta ridotta a striscioline in un padellino antiaderente.
Una volta pronto il risotto spegnete, mescolate velocemente per abbassare leggermente la temperatura e mantecate con il composto di uova. Regolate di sale e pepe e distribuite nei piatti. Decorate ora con la pancetta croccante e il tartufo a scaglie.

mercoledì 23 febbraio 2011

Un pomeriggio con Enrico Crippa

Bellissimo pomeriggio ieri in quel di Culinaria. Purtroppo non sono potuta stare quanto avrei voluto, ma per lo meno ho potuto assistere, in ottima compagnia alla dimostrazione-degustazione di Enrico Crippa.
Sono rimasta davvero colpita da questo chef. Naturalmente ne avevo già sentito parlare, ma è sempre bello sentire qualcuno parlare con estrema chiarezza e precisione di qualcosa che ama in modo così evidente.
Dunque, lo Chef ci ha mostrato quattro dei sui piatti. Ha iniziato con un
Gambero all'olio con carciofi e purea di olive
di cui però ho perso l'inizio e non so precisamente descrivere, ma il piatto finale era davvero bellissimo.
La prima preparazione che mi sono potuta godere dall'inizio alla fine è stata la sua interpretazione di una
Cacio e Pepe
Devo dire ci vuole un discreto coraggio per reinterpretare in modo così radicale un classico della cucina romana proprio a casa sua! Ma in fin dei conti la sua preparazione particolarissima mi ha veramente rapita!
In pratica Crippa crea una sorta di brodo o infuso di parmigiano (e già la scelta del parmigiano rispetto al pecorino si fa notare) mettendolo a bollire in acqua in proporzioni variabili tra 10 a 8 e 10 a 5 a seconda delle caratteristiche del parmigiano. Poi si addensa l'infuso con farina di tapioca e si aggiunge un mix di tre pepi e un pizzico di ginepro. Crippa usa questo "concentrato" di cacio e pepe" al bisogno rigenerandolo in padella al momento di saltare la pasta, e devo dire questo lo rende davvero molto pratico. Conclude il piatto con un trito di agrumi canditi e una spolverata di cacao.
E' stato un vero peccato che questo piatto non fosse nella degustazione!!
Poi lo chef ha proseguito con la preparazione di un
Risotto al cardamomo nero

Non avevo mai visto (e annusato) questa varietà di cardamomo, e adesso non vedo l'ora di trovarlo! Ha un profumo particolarissimo, con note molto accentuate di affumicato, ma pare che una volta macinato risulti più evidente un sentore balsamico.
Enrico raccomanda di cuocere il riso, se di ottima qualità, solo con acqua, e non con un brodo che coprirebbe il sapore intrinseco del chicco di riso. Porta quindi così a cottura il riso (piuttosto al dente) e alla fine lo manteca con parte di burro d'alpeggio ,parte di burro acido e parmigiano. Infine spolvera con scaglie di tartufo e cardamomo nero essiccato e ridotto in polvere.
Che dire? Sarà che è l'unico piatto che ho assaggiato, ma era veramente eccezionale!
E per chiudere
l'Agnello sambucano con latte di capra e camomilla
Enrico cuoce il carrè di agnello completo di copertina in olio e burro in una padella di rame, a sua opinione la scelta migliore quando si ha a che fare con le carni.
Crea una crema utilizzando latte di capra, un formaggio sempre di capra e usando come addensante l'agar agar. Dopodichè prepara una tisana a base di di camomilla e altre erbe che riduce e addensa con la stessa tecnica usata per la Cacio e pepe. Per il montaggio del piatto aggiunge delle bietoline, un'insalata di finocchi, una salsa ottenuta dalle ossa di agnello aromatizzata con le stesse erbe della tisana e uno spiedino di animelle.
Devo dire una bellissima esperienza. L'unico rammarico? Non poter partecipare alle prossime giornate!

domenica 20 febbraio 2011

Alette di pollo al sale

Lo so, ci sono momenti in cui ti prendono dei raptus, momenti in vuoi assolutamente qualcosa indipendentemente dal periodo di austerity. Ecco il mio raptus oggi era rappresentato dalle alette di pollo! Disgraziatamente quando si pensa a delle alette di pollo vengono in mente (almeno a me) immagini incredibilmente tex-mex grondanti salse e fritture. Un modo per ovviare a tutto questo ma soddisfare comunque il proprio desiderio c'è: il sale! La cottura nel sale infatti fa sì che quest'ultimo assorba tutto il grasso che le nostre belle alette tendono a rilasciare, allegerendole parecchio. Non dimentichiamo poi che il pollo al sale è un superclassicone da pranzo della domenica e alè, non sembra neanche più austerity!

Alette al sale

alette di pollo
sale grosso

Ma lo devo davvero scrivere? Mi vergogno anche un po', ma vabbè!
Fiammeggiate per bene le vostre alette per eliminare tutti i rimasugli di piumette e mettetele in una teglia da forno a cui avrete coperto il fondo con un bello strato di sale. Fate in modo che tra loro non si tocchino e che non tocchino le pareti! Coprite con altro sale grosso facendo sì che le alette siano completamente ricoperte e via in forno a 200° per circa 45 minuti.
Se volete cucinare un pollo intero mettete in conto 2 kg di sale e 2 ore di forno, per un galletto invece vi basterà 1kg e 1 ora. Le alette in questo caso le ho fatte semplici, ma potete aromatizzare il sale con qualche erba aromatica o la spezia che più vi piace.

Uh, e domani sarò a Culinaria per Enrico Crippa!!

sabato 12 febbraio 2011

Mele farcite al forno

Disgraziatamente chi ha a che fare con un foodblog, ed ha comunque già in sè un'indole piuttosto godereccia, prima o poi (per i più fortunati, per i comuni mortali periodicamente!) deve fare i conti con le conseguenze di qualche eccesso. Ha quindi preso il via da qualche giorno un nuovo periodo di austerity alimentare. Tuttavia ogni tanto si sente la necessità di una piccola gratificazione dolce e si deve cercare di dare un colpo al cerchio e uno alla botte per risolvere la questione limitando al minimo i danni!
In questo caso si può ricorrere ad un dolcino moderatamente sobrio come delle mele al forno. Se vi sentite moooolto pii potete anche evitare di farcire le mele: tutto sommato una mela intera spolverizzata di pochissimo zucchero, spruzzata con un qualche liquore e infilata in forno non è affatto male.
Ma in questo caso invece:
Mele farcite al forno

4 mele fuji
4 prugne secche
2 fichi secchi
8 gherigli di noce
1 spruzzata di maraschino
1 cucc. di zucchero di canna

Lavate le mele ed eliminatene il torsolo. Tritate fichi, prugne denocciolate e gherigli di noce e con questo mix riempite per bene le mele lasciando anche fuoriuscire un po' il ripieno. Mettete le mele su una teglia coperta di carta forno, spolveratele con lo zucchero di canna e bagnate con una spruzzata di maraschino. Infornate a 180° per 40-60 min, controllate la cottura delle mele con uno stecchino, non devono sfarsi.
Uh, non ho nessuna intenzione di rendere questo un dietblog, continuerò a cucinare quel che più mi piace, solo... ne mangerò molto meno.
Detto questo vi ricordo della mobilitazione indetta domani nelle principali città per la rivendicazione della dignità delle donne in questo paese. Mi raccomando, fateci un salto anche voi.

domenica 6 febbraio 2011

Uno stinco di santo?

E' il 6 Febbraio, termine ultimo per partecipare all'iniziativa di Merenda Sinoira e Kemikonti. Come foodblog ci eravamo già mobilitati contro un'uscita infelice del "nostro" Premier (perdonate, ma le virgolette sono d'obbligo!) con quest'altra iniziativa, e sono ancora una volta molto contenta di partecipare e di vedere intorno a me un moltiplicarsi di adesioni.
Come già detto pare incredibile, ma ANCHE questa volta è ancora peggio: è peggio perchè è qualcosa "proprio da lui", è peggio perchè si parla solo di tutte queste donnette e non delle indagini per mafia, concussione, corruzione, evasione, falso in bilancio e chi più ne ha più ne metta che vedono protagonista sempre Berlusconi e di cui si potrebbe parlare. Da qualche parte ho letto che ricorda tanto l'aver preso Al Capone per evasione fiscale... fosse vero!
Insomma siamo stanchi. Sono stanca di sentire i talk politici in cui ormai B. manda principalmente delle macchinette addestrate a ripetere all'infinito una tiritera che conosciamo già, un mantra che cercano di infilarci nella testa a forza, praticamente con un calzascarpe. Disgraziatamente abbiamo visto in questi anni come questo sistema in effetti funzioni a circuire la gente. Mi sa tanto che devo ringraziare la mia buona stella per essere "vaccinata" da tutto questo: io sono della generazione per cui grosso modo B. c'è sempre stato e tutto sommato sono cresciuta con la sua tipologia di televisione e di conseguente morale instillata. Ma forse anche i veti di mia madre in ambito televisivo hanno fatto sì che non diventassi mai un'aspirante arcorina.
Detto questo vi invito caldamente ad aderire firmando per questo appello per la mobilitazione e certamente a partecipare alla manifestazione che si svolgerà il 13 Febbraio in tutte le principali città.
E quindi, tornando a noi, NOI il maiale ce lo mangiamo! D'altra parte che il Signor B. non fosse uno stinco di santo non è una scoperta per nessuno! E allora, la ricetta di oggi è assolutamente in tema!

Stinco di maiale con contorno di patatine (naturalmente!) e cipolline in agrodolce

4 stinchi di maiale
2 gambi di sedano tritati
1 cipolla grande tritata
1 carota grande tritata
3 cucc. di strutto
2 rametti di rosmarino
2 bouquet guarni (alloro, timo, prezzemolo, rosmarino, salvia)
3 bicchieri di vino rosso
1 bicchiere di brodo (se serve)
1 cuc.no di fecola di patate o maizena

1 kg di cipolline piccole (io ho trovato la varietà salsiera)
50 g di burro
50 g di grasso di prosciutto o lardo
2 cucchiaioni di zucchero
1/2 bicchiere di aceto buono
sale, pepe

1 kg di patatine novelle (si sa, c'è a chi piacciono giovani!)
3 cuc. d'olio
sale

Pulite per bene gli stinchi levando i grassetti esterni e le parti fibrose. Lavateli, asciugateli, salateli e pepateli. Ora, io ho usato lo strutto perchè ne avevo un po' buonissimo portato dal Piemonte e soprattutto perchè penso che maiale-chiama-maiale, ma se volete usate serenamente l'olio. Quindi rosolate gli stinchi nel grasso che preferite (io l'ho fatto in due volte per problemi di spazio) aggiungendo anche i rametti di rosmarino. Sfumate con due dei tre bicchieri di vino. Trasferite ora gli stinchi e tutto il liquidino in una teglia da forno in cui avrete messo come base le verdure tritate e i bouquet guarni e infornate a 200° per 1h-1h e 15 bagnando di tanto in tanto con il fondo di cottura. Se si dovesse asciugare diluite il fondo con un po' di brodo caldo e portate a cottura.
Mentre gli stinchi cuociono preparate i contorni. Per le cipolline: sbucciate le cipolline, non vi fate intimidire da questa operazione: riesce molto più rapidamente se le si lascia a mollo in acqua fredda per una mezz'oretta prima! Mettete in una padella larga il burro e il trito di grasso di prosciutto, una volta caldi unite lo zucchero, aspettate che si sciolga e sfumate con l'aceto. A questo punto unite le cipolline ben scolate e cuocete coperto una mezz'oretta, finchè non saranno ben cotte e colorite. Salate e pepate.
Per le patatine molto banalmente lavatele e mettetele in una padella (in cui stiano giuste in un solo strato) che avrete scaldato coprendone il fondo con un sottile strato d'olio, chiudete ermeticamente e cuocete una mezz'oretta (a seconda della dimensione delle patate) scuotendo solo la padella per farle colorire uniformemente. Una volta pronte salatele abbondantemente.
Giunti a cottura gli stinchi metteteli da parte al caldo , aggiungete al fondo di cottura il vino rimasto e lasciate ridurre sul fuoco aiutandovi aggiungendo un cucchiaino di maizena o fecola di patate sciolta prima in acqua fredda. Servite gli stinchi caldi con il loro sughetto, le patatine e le cipolline.
Uh, questa è stata l'occasione per stappare e bere finalmente la bottiglia di Carema portata dal Piemonte.

Se vi dovesse avanzare il sugo, a me è venuto piuttosto abbondante, l'indomani usatelo come condimento della pasta!


lunedì 31 gennaio 2011

Zuppetta dei rimorsi

Ieri con un gruppo di amici abbiamo fatto un peccaminosissimo pranzo a base Fondue Bourguignonne! In 7 ci siamo fatti fuori 2.8 kg di carne, un cestone di cruditè e una dozzina di salsine diverse!
Oggi urge correre ai ripari che quì si sprecano i sensi di colpa per le calorie ingurgitate e per un pranzo tutto sommato molto poco eco friendly!
E così cerco di recuperare punti con questa zuppettina moooolto light e assolutamente di recupero!


Zuppetta dei rimorsi

il ciuffo di 1 mazzetto di carote
il ciuffo di 1 mazzetto di ravanelli
il gambo di un cavolfiore
1 cipolla piccola
1 goccio d'olio
2 tazze di brodo
sale

Tritate la cipolla e mettetela a rosolare in un goccio d'olio. Tritate i ciuffi delle carote e dei ravanelli e il gambo del cavolfiore (in pratica la parte centrale che resta dopo aver staccato tutte le rosette), unite alla cipolla, insaporite un paio di minuti e coprite con il brodo bollente. Cuocete a fiamma medio bassa per una mezz'oretta. Frullate con il minipimer e regolate di sale.
E' buonissima, calda calda rimette in pace con il mondo ed in più azzera i rifiuti! Che si può volere di più!

lunedì 24 gennaio 2011

Okra fritta con Hummus al mandarino

Ogni tanto il tempo sfugge di mano. Ti rendi conto che stai mettendo da parte qualcosa a cui tieni, ma una volta rimandi, una volta non ce la fai e finisce che passano le settimane. Poi man mano che passa il tempo è più difficile riprendere perchè non sai bene come ricominciare e come giustificare il tempo passato. Ma è ora di ricominciare e così, tanto per togliermi le castagne dal fuoco diciamo che mi sono presa un paio di mesi sabbatici.
E poi cosa ti può ispirare di più di un bel giro a Piazza Vittorio! Adoro quel mercato e se poi capita di farci un giro con qualcuno con cui ti trovi molto bene e a cui non era ancora mai capitato di andarci è ancora meglio!
Gli acquisti sono stati tanti e ancora di più le cose a malincuore lasciate sui banchi, ma finalmente sono riuscita a togliermi uno sfizio: erano almeno un paio d'anni che giravo attorno all'okra, ma non avevo ancora mai avuto il coraggio.
A bloccarmi è sempre stata quella sua mucillaggine che fuoriesce al taglio e contribuisce all'ispessimento di salse e sughi. Non so com'è ma pensavo fosse difficile da gestire, chissà che mi aspettavo; mi sa che mi immaginavo scene apocalittiche con invasioni di roba appiccicosa. E invece niente di drammatico!
Okra fritta con Hummus al mandarino

un paio di manciate di okra
1 bicchiere di farina integrale
1/2 bicchiere di farina di mais bramata
1 cuc.no di paprika dolce
1 cuc.no di berberè ( oppure sostituire la paprica dolce con quella piccante e aggiungere un pochino di peperoncino)
1/2 cuc.no di sale fino
1 bicchiere di latte
Olio per friggere

Per l'hummus:
200 g di ceci lessati
20 g di tahina
1/2 mandarino
sale
paprika

Preparate l'hummus: frullate i ceci con la tahina, il succo del mandarino, sale e paprika. Assaggiate e regolatene il gusto a vostro piacimento.
Miscelate tutti gli ingredienti secchi necessari per la panatura.Tagliate dai frutti di okra i piccioli e bagnateli nel latte. Passatene ora uno a uno nella panatura coprendoli per bene. Friggete in olio caldo a 170° e servite caldo con la salsina di accompagno.