mercoledì 17 settembre 2008

Due giorni e ritorno

Siamo tornati dal nostro we a Quittengo. Ho le prove!, Fabio è effettivamente passato da lì!! Lo vedete quel bel paesino a forma di ferro di cavallo a destra nella foto? Beh, è proprio quello. La nostra casa è la prima a partire dal basso.
E' stato molto strano vederlo lì, era fuori posto come vedere un fungo su una spiaggia.
Purtroppo abbiamo beccato dei giorni sfortunati per il tempo, solo sabato abbiamo avuto un po' di tregua e quindi la possibilità di fare la passeggiatina che ci ha portato nel posto della foto, il Camposanto per la precisione.

Per il resto abbiamo fatto molto vita di casa, con un caminetto acceso fisso dietro il sedere. I nonni sono stati molto carini con Fabio e per niente formali.

E' stato buffissimo vedere Fabio quanto se la rideva davanti al lavandino mentre cercava di farsi andar via il sapone dalle mani. Lì l'acqua è molto leggera, ci mette un po' a sciacquare appunto il sapone, fa scolorire qualunque cosa in lavatrice, ma soprattutto se non stai attento e bevi troppo la sera è facile che ti alzi due o anche tre volte per fare pipì.

Anche il giro del paese la prima sera ha stupito Fabio non poco. Una volta arrivati alla piazza del paese non voleva capacitarsi che fosse proprio quella, così piccola e priva di qualunque cosa a parte una chiesa col suo bel campanile e una panca lunghissima dove far sedere i vecchi del paese la sera a chiacchierare.

Sabato sera non ci siamo fatti mancare un salto a Biella e una birra al pub collegato al birrificio Menabrea, orgoglio della zona. Il posto è molto carino, sono le vecchie stalle dello stabilimento, molto lungo e con tutti i soffitti a botte. Un paio di birre crude e poi via a casa.

Beh, è stato un bel we. E' volato e lunedì mattina, il giorno della partenza c'era il sole che spaccava le pietre e non una nuvoletta in cielo. Peccato.. sarà per la prossima..

BOCCONCINI DI SEMOLA
Quando si è lì a Quittengo non mancano mai i ricordi della mia mamma del pane della Martina, un mitico pane che io non ho avuto il bene di assaggiare in quanto questa brava signora pare sia morta negli anni '60. Ho provato a cercarne una ricetta e riadattarla secondo i racconti della mamma per ottenere quel risultato. Purtroppo non ci sono ancora riuscita, in compenso queste pagnottine non sono venute niente male.

100g lievito madre
500g di semola rimacinata + quella per spolverare
300-320ml d'acqua tiepida
3-5g di lievito di birra
10g di sale
10g di malto
10-15g di olio e.v.o.
Impastare a lungo sbattendo fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico, ma non appiccicoso.
Far lievitare 1h o fino al raddoppio del volume della pasta. Formare delle palline schiacciate e un po' quadrate (io ho formato dei filoncini e poi tagliato dei tronchettini in modo da mantenere due lati con taglio) e metterle a lievitare ancora 1h, 1h e mezza su carta forno posta sulla pala o su un tagliere in legno e spolverate sotto e sopra di semola.
Una volta lievitate spostare delicatamente il foglio di carta forno su una teglia già bollente e infornare subito a 220°C.
Portare il forno a 200°C e cuocere 30min. Se scuriscono troppo presto abbassare a 180°C. Finire la cottura sulla griglia.
Per chi può, bambino fortunato, l'ideale sarebbe una cottura a forno a legna portato a 250°C e spento.
Si può sostituire fino al 50% della semola con farina rinforzata.

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